LR- BIO11.1
Molecole della matrice extracellulare nei tumori umani: ruolo dei proteoglicani, glicosaminoglicani e degli RNA non codificanti regolatori (ncRNAs)
La matrice extracellulare (ECM) è un insieme di macromolecole coinvolte nel mantenimento dell’integrità strutturale e funzionale dei tessuti. Alcuni meccanismi epigenetici e l’alterata espressione di RNA regolatori non codificanti, determinano cambiamenti dell’espressione di proteoglicani e glicosaminoglicani della ECM con particolari risvolti nei processi di crescita cellulare, infiammazione, angiogenesi, invasione e metastasi delle cellule tumorali. Pertanto, il progetto si propone di studiare l’espressione di microRNA e altri RNA non codificanti coinvolti nel controllo del metabolismo dell’acido ialuronico (HA) e dei proteoglicani in modelli in vitro di tumori umani.
Pubblicazioni relative alla linea di ricerca
[1] András Szabó, Manuela Melchionda, Giancarlo Nastasi, Mae L. Woods, Salvatore Campo, Roberto Perris, Roberto Mayor. In vivo confinement promotes collective migration of neural crest cells. J Cell Biol. 2016 Jun 6; 213(5): 543–555. doi: 10.1083/jcb.201602083.
[2] Musolino C, Oteri G, Allegra A, Mania M, D'Ascola A, Avenoso A, Innao V, Allegra AG, Campo S. Altered microRNA expression profile in the peripheral lymphoid compartment of multiple myeloma patients with bisphosphonate-induced osteonecrosis of the jaw. Ann Hematol. 2018 Jul;97(7):1259-1269. doi: 10.1007/s00277-018-3296-7.
[3] Campo S, Allegra A, D'Ascola A, Alonci A, Scuruchi M, Russo S, Avenoso A, Gerace D, Campo GM, Musolino C. MiRNome expression is deregulated in the peripheral lymphoid compartment of multiple myeloma. Br J Haematol. 2014 Jun;165(6):801-13. doi: 10.1111/bjh.12828.
Referente: Prof. Salvatore Campo (scampo@unime.it)
LR- BIO12.1
Meccanismi molecolari nella risposta allo stress cellulare con focus sulle transglutaminasi
Il gruppo di ricerca conduce studi indirizzati alla comprensione dei meccanismi molecolari indotti da stress ossidativo e ipossico e stimoli infiammatori in modelli sperimentali in vitro ed ex-vivo,con particolare attenzione al ruolo della transglutaminasi 2 (TG2) nella risposta cellulare.
La TG2 catalizza la formazione irreversibile di legami isopeptidici (cross-links) tra proteine, causando o facilitando l’accumulo di aggregati proteici intra- o extra-cellulari. L’approccio sperimentale hamirato alla caratterizzazione di meccanismi di regolazione dell’espressione e dell’attività della TG2 nella risposta cellulare al danno indotto da aminoacidi eccitatorio da sostanze neurotossiche, come beta-amiloide. Il danno indotto da queste sostanzeè un fenomeno comune alla base della massiccia morte neuronale tipicamente osservata in comuni patologie degenerative del sistema nervoso centrale, quali morbo di Alzheimer e morbo di Parkinson. Questi studi hanno evidenziato l’esistenza di un link funzionale tra TG2 e il fattore di trascrizione NF-kappaB, che porta all’attivazione reciproca e sequenziale delle due proteine nella risposta al danno eccitotossico e allo stress ossidativo. Inoltre, è stata evidenziata un’interazione funzionale tra la TG2 e altre proteine coinvolte nella risposta allo stress.
Un incremento di attività di trasnglutaminasi si accompagna a numerose patologie infiammatorie, di carattere autoimmune o associate a stimolo neurotossico, come ad esempio quello costituito da beta-amiloide. Utilizzando modelli in vitrodi infiammazione abbiamo studiato il coinvolgimento di TG2 nell’induzione della risposta infiammatoria da parte delle cellule.
Infine, abbiamo riportato come la risposta cellulare all'ipossia nel neuroblastoma, può essere mediata dalla isoforme TG2 in funzione dello stato di amplificazione del gene MYCN.
Pubblicazioni
[1] Currò M, Ferlazzo N, Giunta ML, Montalto AS, Russo T, Arena S, ImpellizzeriP, Caccamo D, Romeo C, Ientile R. Hypoxia-Dependent Expression of TG2 Isoformsin Neuroblastoma Cells as Consequence of Different MYCN Amplification Status.Int J Mol Sci. 2020 Feb 18;21(4):1364. doi: 10.3390/ijms21041364. PMID: 32085516; PMCID: PMC7072980.
[2] Currò M, Gangemi C, Gugliandolo A, Risitano R, Ferlazzo N, Ientile R, Caccamo D. Transglutaminase 2 is involved in homocysteine-induced activation of human THP-1 monocytes. Free Radic Res. 2015 Mar;49(3):299-308. doi:10.3109/10715762.2014.1002495. Epub 2015 Feb 4. PMID: 25547897.
[3] Ientile R, Currò M, Caccamo D. Transglutaminase 2 and neuroinflammation. Amino Acids. 2015 Jan;47(1):19-26. doi: 10.1007/s00726-014-1864-2. Epub 2014 Nov 15. PMID: 25398223.
Referente: Prof. Riccardo Ientile (riccardo.ientile@unime.it).
Collaborazioni
Prof. Martin Griffin, Department of Biology and Biomedical Science, School of Life and Health Sciences, Aston University, Aston Triangle, Birmingham B4 7ET, United Kingdom.
Prof Vittorio Calabrese, Department of Biomedical and Biotechnological Sciences, University of Catania, ITaly.
Laboratori Biochimica Clinica Pad. G, IV piano. Referente: Prof. Riccardo Ientile
LR-BIO12.2
Valutazioni di fattori di suscettibilità e ricerca di nuovi biomarcatori di diversi stati fisiopatologici.
Una seconda linea di ricerca studia il ruolo dell’interazione tra fattori acquisiti (deficit nutrizionali/errate abitudini alimentari, stili di vita non corretti, abuso di sostanze, stimoli tossici ambientali) e fattori genetici/epigenetici (polimorfismi genici, alterazioni dello stato di metilazione globale e sito-specifica del DNA) nella suscettibilità allo sviluppo di stress ossidativo e infiammazione cronica, caratteristici di patologie multifattoriali o stati di comorbidità associati alle medesime, quali disfunzione vascolare associata ad iperomocisteinemia, patologie croniche e cronico-degenerative del sistema nervoso centrale (epilessia, declino cognitivo, morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson), osteoporosi, insufficienza renale, disturbi dell’umore (depressione, disturbo bipolare, disturbo da panico), ipertensione, e sindromi da sensibilizzazione centrale indotta da tossici ambientali. A questo scopo sono stati effettuati degli studi caso-controllo mirati a indagare l’incidenza di polimorfismi dei geni codificanti per MTHFR, NOS3, VDR, COL1A1, ESR2, vari CYP, GST, PON1, COMT, SOD2, CAT, GPx1, ACCN2, e ADORA2A, e la variabilità di diversi marcatori dello stato redox cellulare (glutatione, coenzima Q, BAP, N-Tyr, AOPP, dROMs) e di infiammazione (dimetilargina asimmetrica, citochine, molecole d’adesione). La suscettibilità a stress ossidativo e rischio cardiovascolare, associati a sindrome da overtraining, è stata anche indagata in sportivi d’élite.
Alcuni studi sono stati rivolti alla valutazione dello stato di metilazione dei promotori di geni coinvolti nei meccanismi di regolazione del ciclo cellulare e nella riparazione del DNA, al fine di comprenderne il ruolo nella patologia tumorale.
Inoltre, sono stati condotti studi di trascrittomica con metodiche tradizionali e avanzate (Real-time RT-PCR, NGS, Nanostring) su modelli cellulari di patologie tumorali e cellule mononucleate isolate da sangue periferico di soggetti con patologie infiammatorie.
Pubblicazioni
[1] Ferlazzo N, Currò M, Zinellu A, Caccamo D, Isola G, Ventura V, Carru C, Matarese G, Ientile R. Influence of MTHFR Genetic Background on p16 and MGMT Methylation in Oral Squamous Cell Cancer. Int J Mol Sci. 2017 Mar 29;18(4):724. doi:10.3390/ijms18040724.PMID: 28353639.
[2] Cannata A, De Luca C, Korkina LG, Ferlazzo N, Ientile R, Currò M, Andolina G, Caccamo D. The SNP rs2298383 Reduces ADORA2A Gene Transcription and Positively Associates with Cytokine Production by Peripheral Blood Mononuclear Cells in Patients with Multiple Chemical Sensitivity. Int J Mol Sci. 2020 Mar9;21(5):1858. doi: 10.3390/ijms21051858. PMID: 32182774; PMCID: PMC7084623.
[3] Caccamo D, Currò M, Ientile R, Verderio EA, Scala A, Mazzaglia A, Pennisi R, Musarra-Pizzo M, Zagami R, Neri G, Rosmini C, Potara M, Focsan M, Astilean S, Piperno A, Sciortino MT. Intracellular Fate and Impact on Gene Expression of Doxorubicin/Cyclodextrin-Graphene Nanomaterials at Sub-Toxic Concentration. Int J Mol Sci. 2020 Jul 10;21(14):4891. doi: 10.3390/ijms21144891.
Referente: Prof.ssa Daniela Caccamo (dcaccamo@unime.it).
Collaborazioni
Prof. Elisabetta Verderio School of Science and Technology, Centre for Health, Ageing and Understanding of Disease, Nottingham Trent University, Nottingham NG11 8NS, UK.
Dr. Chiara De Luca R & D Regulatory Affairs Department, Medena AG, Affoltern-am-Albis (ZH) CH-8910, Switzerland.
Dr. Liudmila Korkina, Centre of Innovative Biotechnological Investigations Nanolab (CIBI-NANOLAB), Moscow 119571, Russia.
Dr Philippe Irigaray, European Cancer and Environment Research Institute (ECERI), 1000 Brussels, Belgium.
Prof Dominique Belpomme, Medical Oncology, Paris University, Paris, France; Association for Research Against Cancer (ARTAC), Paris, France.
Prof. Paolo Calabresi Neurology Department, Perugia General Hospital and University of Perugia, Italy.
Prof. Ciriaco Carru, Department of Biomedical Sciences, University of Sassari, 07100 Sassari, Italy.
Prof. Marco Alessandrini, Department of Clinical Sciences and Translational Medicine, University of Rome "Tor Vergata", 00133 Rome, Italy.
Prof. Paolo Pigatto, Department of Biomedical, Surgical and Dental Sciences, University of Milan, Milan, Italy; Clinical Dermatology, IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, Milano MI, Italy.
Laboratori Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica Pad. G, IV piano. Referente: Prof.ssa Daniela Caccamo.
LR-BIO13.1
Studio dei Meccanismi Genetico-Molecolari alla Base della Patogenesi di Malattie Genetiche Rare
Malattie genetiche rare di interesse:
MALFORMAZIONI CAVERNOSE CEREBRALI
Le Malformazioni Cavernose Cerebrali (CCM), dette anche angiomi cavernosi, sono lesioni vascolari caratterizzate da agglomerati di capillari sanguigni (gomitoli vascolari) abnormemente dilatati e fragili. Si possono trovare nel cervello, nel midollo spinale e, più raramente, in altre regioni del corpo tra cui la pelle e la retina. Esistono due forme di Malformazioni Cavernose Cerebrali: sporadica e familiare.
La forma familiare, è definita dalla presenza di angiomi cavernosi in almeno due membri della stessa famiglia, e/o dalla presenza di lesioni multiple, e/o da mutazioni causative nei geni CCM1, CCM2 o CCM3 e pertanto risulta ereditaria.
I principali obiettivi della nostra ricerca riguardano:
· l’identificazione di un possibile IV gene responsabile dei casi familiari che non presentano mutazioni nei tre geni canonici.
· L’ identificazione di nuove mutazioni nei geni canonici
La tipologia di studio è principalmente incentrato su:
- L’analisi mutazionale mediante sequenziamento diretto dei geni coinvolti nella patogenesi di queste malattie e caratterizzazione funzionale delle varianti identificate;
- Whole exome sequencing (WES)
Lo studio è in collaborazione principalmente con:
· U.O.C. di Neurochirurgia del Policlinico “G. Martino” di Messina
· l’IRCCS Bellaria. Università degli Studi di Bologna.
MALFORMAZIONI ARTERO-VENOSE
Le malformazioni artero-venose (o MAV, o dall'inglese AVM) sono delle malformazioni relative alla disposizione ed alla connessione fra vene e arterie, tipicamente di natura congenita.
Si tratta cioè di malformazioni vascolari in cui per un errore embriologico in un certo distretto vascolare, viene a mancare il sistema dei capillari, per cui le arterie riversano sangue arterioso direttamente nelle vene. Il sangue, saltando il letto capillare, confluisce ad una pressione molto elevata (fino a 100 volte superiore rispetto a quella standard) nelle vene, le quali rischiano di rompersi e di provocare una emorragia cerebrale
I principali obiettivi del nostro studio riguardano:
· La scoperta di nuovi geni causativi
· L’analisi di imprinting
La tipologia di studio è principalmente incentrato su:
- Whole exome sequencing (WES) e Whole Transcriptome Sequencing
- L’analisi mutazionale mediante sequenziamento diretto dei geni coinvolti nella patogenesi di queste malattie e caratterizzazione funzionale delle varianti identificate
Lo studio è in collaborazione principalmente con:
· U.O.C. di Neuroradiologia del Policlinico “G. Martino” di Messina
· U.O.C. di Neurochirurgia del Policlinico “G. Martino” di Messina
· l’IRCCS Bellaria. Università degli Studi di Bologna.
MAPPATURA E BIOBANCA SULLA RETINITE PIGMENTOSA
Si tratta di un gruppo eterogeneo di malattie ereditarie della retina che provocano una perdita progressiva della visione notturna e del campo visivo periferico; nei casi più gravi, la malattia può progredire fino alla cecità. Ad oggi, non si conoscono le cause genetiche. La consulenza genetica e la corretta classificazione della forma della quale si è affetti rappresentano un punto fondamentale per la corretta terapia.
A tal fine, primario obiettivo è la creazione di una mappatura dei geni e una biobanca, utile per condividere dati e materiali biologici con ricercatori di tutto il mondo, per facilitare la scoperta di nuovi geni causativi (ad oggi circa 800 geni candidati) nonché regolativi, e classificare in maniera univoca le varie forme.
La tipologia di studio è principalmente incentrato su:
- Whole exome sequencing (WES) e Whole Transcriptome Sequencing per l’identificazione di pathways molecolari dis-regolati e nuovi geni chiave come possibili targets terapeutici
- L’analisi mutazionale mediante sequenziamento diretto dei geni coinvolti nella patogenesi di queste malattie e caratterizzazione funzionale delle varianti identificate;
In collaborazione con:
· Department of Human Genetics, Medical Research Institute, University of Alexandria, Alexandria, Egypt.
· Department of Ophthalmology, Faculty of Medicine, University of Alexandria, Alexandria, Egypt.
STUDIO GENETICO-MOLECOLARE IN SOGGETI AFFETTI DA TRIMETILAMINURIA O " FISH ODOR SYNDROME
La Trimetilaminuria è un disordine metabolico caratterizzato dall’accumulo nell’organismo di trimetilamina, una sostanza introdotta con la dieta, che non viene metabolizzata a causa di un difetto nell’attività dell’enzima FMO3. La patologia è presente sin dalla nascita, ma inizia a manifestarsi solo dopo che il neonato è stato svezzato o non appena inizia ad ingerire cibi contenenti precursori della trimetilamina (crostacei, legumi, uova) che, non essendo metabolizzata, si accumula nell’organismo. È una sostanza dall’odore molto forte, simile a quello di pesce marcio, e viene eliminata con urine, sudore e saliva; lo stesso odore viene, di conseguenza, emanato dal corpo del paziente affetto. Data l’evidente invalidità psicologica e sociale determinata dalla patologia, i pazienti affetti, mostrano problemi relazionali, depressione clinica, e nei casi più gravi tendenza al suicidio. Il primo dei nostri obiettivi, è sicuramente quello di studiare il microbiota dei pazienti affetti da trimetilaminuria, al fine di valutare il suo ruolo nello sviluppo della malattia.
- L’analisi mutazionale mediante sequenziamento diretto del gene coinvolto nella patogenesi di questo disordine e caratterizzazione funzionale delle varianti identificate;
- Analisi del microbiota intestinale (metagenomica) mediante tecnologia Next Generation Sequencing (NGS) nei casi sospetti di Trimetilaminuria secondaria (TMAU2)
In collaborazione con:
· Department of Chemical, Biological, Pharmaceutical and Environmental Sciences, University of Messina, 98125 Messina, Italy.
· Wellmicro Start Up, Innovative Spin-Off Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Bologna, Italy.
Pubblicazioni relative alla linea di ricerca:
[1] Scimone C, Donato L, Alibrandi S, Esposito T, Alafaci C, D’Angelo R, Sidoti A Transcriptome Analysis Provides New Molecular Signatures In Sporadic Cerebral Cavernous Malformation Endothelial Cells. BiochimBiophys Acta Mol Basis Dis. 2020 Aug 30;1866(12):165956.
[2] Scimone C, Granata F, Longo M, Mormina E, Turiaco C, Caragliano AA, Donato L, Sidoti A, D’Angelo R. Germline Mutation Enrichment in Pathways Controlling Endothelial Cell Homeostasis in Patients with Brain Arteriovenous Malformation: Implication for Molecular Diagnosis. Int J Mol Sci. 2020 Jun 17;21(12):4321.
[3] Donato L, Scimone C, Alibrandi S, Rinaldi C, Sidoti A, D’Angelo R. Transcriptome analyses of lncRNAs in A2E-stressed retinal epithelial cells unveil innovative links between metabolic impairments related to oxidative stress and retinitis pigmentosa. Antioxidants (Basel). 2020 Apr 15;9(4):318.
Referente: Prof.ssa Antonina Sidoti (asidoti@unime.it).
LR-BIO14.1
Aspetti farmacologici dei prodotti nutraceutici
La linea di ricerca del nostro gruppo di ricerca riguarda gli aspetti farmacologici dei prodotti nutraceutici. Il termine “Nutraceutica” è un neologismo composto dalle parole “nutrizione” e “farmaceutica”, coniato dal Dr. Stephen DeFelice nel 1989. Un nutraceutico è, nella sua definizione originale, un alimento, o parte di un alimento con comprovati effetti benefici sulla salute sia fisica che psicologica dell’individuo. Essi possono essere assunti o introducendo nella dieta gli alimenti funzionali che li contengono o sotto forma di integratori alimentari (formulazioni liquide, compresse, capsule). Esistono diverse categorie di nutraceutici, che includono: supplementi (o integratori) alimentari inclusi i prodotti di derivazione vegetale; alimenti funzionali, cioè quegli alimenti che, in aggiunta al loro valore nutrizionale, contengono sostanze (generalmente non nutrienti) che interagiscono con una più funzioni fisiologiche dell’organismo esercitando effetti benefici sulla salute o di prevenzione nei confronti della malattie dell’uomo.
Il nostro gruppo ha condotto e a tutt’oggi conduce studi sperimentali di tipo pre-clinico a clinico su prodotti nutraceutici. In particolare, recentemente, abbiamo dimostrato l’efficacia e la sicurezza di un estratto a base di Opuntia indica e Olea europea nel trattamento del discomfort gastrointestinale e di un prodotto a base di miele, Malva sylvestris, Inula helenium, Plantago major e Helichrysum stoechas nel trattamento della tosse in età pediatrica. Il nostro gruppo ha anche redatto alcune revisioni sistematiche che riguardano gli aspetti farmacologici e gli effetti dei nutraceutici sulla salute.
Pubblicazioni relative alla linea di ricerca
[1] Malfa GA, Di Giacomo C, Cardia L, Sorbara EE, Mannucci C, Calapai G. A standardized extract of Opuntia ficus-indica (L.) Mill and Olea europaea L. improves gastrointestinal discomfort: A double-blinded randomized-controlled study. Phytother Res. 2021 Jul;35(7):3756-3768.
[2] Mannucci C, Casciaro M, Sorbara EE, Calapai F, Di Salvo E, Pioggia G, Navarra M, Calapai G, Gangemi S. Nutraceuticals against Oxidative Stress in Autoimmune Disorders. Antioxidants (Basel). 2021 Feb 8;10(2):261.
[3] Cardia L, Calapai F, Mondello C, Quattrone D, Elisa Sorbara E, Mannucci C, Calapai G, Mondello E. Clinical use of omega-3 fatty acids in migraine: A narrative review. Medicine (Baltimore). 2020 Oct 16;99(42):e22253.
Referente: Prof. Gioacchino Calapai (gcalapai@unime.it)
Centri di Ricerca o altri Istituti di Ricerca con cui si collabora nell'ambito della Linea di Ricerca
- CERFIT (Centro di Riferimento Regionale in Fitoterapia Careggi University Hospital, Florence, Italy.
- Division of Pharmacognosy and Natural Products Chemistry, Department of Pharmacy, School of Health Sciences, National and Kapodistrian University of Athens, Greece.
- Institute of Earth Systems, Division of Rural Sciences and Food Systems, University of Malta, Msida, Malta.
Progetti finanziati correlati alla linea di ricerca
FITOVIGGEST: Vigilanza sulle reazioni avverse derivanti dall’uso di fitoterapici e integratori alimentari durante la gravidanza. Progetto multiregionale finanziato dall’assessorato alla salute della Regione Sicilia e dall’Agenzia Italiana del Farmaco.
LR-BIO14.2
Cannabis e cannabinoidi e loro utilizzo nella terapia del dolore
Il dolore refrattario, ovvero non sufficientemente responsivo alle terapie standard, è un problema sanitario di assoluta valenza clinica ed epidemiologica. Nell’ambito del dolore refrattario sono comprese patologie degenerative (osteoaticolari, neuro-muscolari, infettive, iatrogene), infiammatorie, o neoplastiche. La refrattarietà alle terapie analgesiche è caratterizzata da insufficiente analgesia dopo terapie farmacologiche o interventistiche, e specificatamente intesa come il mancato ottenimento della riduzione del dolore di almeno il 50% rispetto al dolore provato prima della terapia. La terapia analgesica con le sostanze di tipo Cannabinoide (delta-9-Tetraidrocannabinolo e Cannabidiolo), è un capitolo di farmacologia algologica di emergente interesse, che tuttavia risulta a tutt’oggi insufficientemente esplorato. Di conseguenza il profilo di sicurezza e di efficacia e il rapporto rischio/beneficio relativo all’uso della cannabis e dei cannabinoidi sono ancora poco definiti.
In questo contesto, la recente disponibilità di derivati della cannabis con attività analgesica e antiallodinica non è accompagnata da una sufficiente informazione relativa alla identificazione delle dosi realmente efficaci e dei rischi ad esse collegati.
Il nostro gruppo di ricerca si occupa da alcuni anni degli aspetti farmacologici della cannabis nella terapia del dolore. Per il futuro ci si propone di raccogliere dati sull’uso in campo algologico della cannabis e dei suoi derivati allo scopo di stabilire l’appropriatezza delle dosi minime efficaci dal punto di vista analgesico. Si ritiene che la valutazione di questi dati possa contribuire a identificare l’ideale profilo rischio/beneficio della cannabis nella terapia del dolore.
Pubblicazioni relative alla linea di ricerca
[1] Calapai F, Cardia L, Sorbara EE, Navarra M, Gangemi S, Calapai G, Mannucci C. Cannabinoids, Blood-Brain Barrier, and Brain Disposition. Pharmaceutics. 2020. Mar 15;12(3):265.
[2] Mondello E, Quattrone D, Cardia L, Bova G, Mallamace R, Barbagallo AA, Mondello C, Mannucci C, Di Pietro M, Arcoraci V, Calapai G. Cannabinoids and spinal cord stimulation for the treatment of failed back surgery syndrome refractory pain. J Pain Res. 2018 Sep 6;11:1761-1767.
[3] Mannucci C, Navarra M, Calapai F, Spagnolo EV, Busardò FP, Cas RD, Ippolito FM, Calapai G. Neurological Aspects of Medical Use of Cannabidiol. CNS Neurol Disord Drug Targets. 2017;16(5):541-553.
Referente: Prof. Gioacchino Calapai (gcalapai@unime.it)
Centri di Ricerca o altri Istituti di Ricerca con cui si collabora nell'ambito della Linea di Ricerca
- CERFIT (Centro di Riferimento Regionale in Fitoterapia Careggi University Hospital, Florence, Italy.
- Division of Pharmacognosy and Natural Products Chemistry, Department of Pharmacy, School of Health Sciences, National and Kapodistrian University of Athens, Greece.
- Institute of Earth Systems, Division of Rural Sciences and Food Systems, University of Malta, Msida, Malta.
Progetti finanziati correlati alla linea di ricerca
“Valutazione degli effetti terapeutici e del profilo rischio/beneficio dei preparati a base di cannabis (FM2) nei centri di terapia del dolore della Regione Sicilia”. Progetto finanziato dall’assessorato alla salute della Regione Sicilia e dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).
LR- BIO16.1
1. Studio di proteine cellulari ed extracellulari in tessuti, sia in condizioni normali che patologiche
La linea di ricerca è basata sullo studio di alcune proteine di origine cellulare ed extracellulare, quali i sarcoglicani, le integrine, su tessuti provenienti da soggetti normali e affetti da alcune patologie. In dettaglio, i sarcoglicani e le integrine sono proteine transmembrane identificate per la prima volta in fibre muscolari striate e lisce. Successivi nostri studi hanno evidenziato la presenza di tali proteine anche in tessuti non muscolari come gli epiteli ghiandolari sia in condizioni normali e che in condizioni patologiche come il carcinoma mammario e prostatico. Su questa base, abbiamo proseguito la nostra linea di ricerca studiando tali proteine anche sugli epiteli di altri distretti anatomici come l’epitelio intestinale, digerente e urinario dimostrando, anche in questi distretti, la presenza di tali proteine. Attualmente, i nostri studi stanno proseguendo con l’analisi delle stesse proteine utilizzando le tecniche di immunofluorescenza indiretta e combinando queste proteine con le mucine, noti marcatori del muco negli epiteli respiratorio e intestinale, in quanto il muco potrebbe fungere da interattore comune fra proteine e epitelio intestinale modulando così il signaling cellula-matrice extracellulare. Questa linea di ricerca potrebbe, inoltre, far comprendere un’eventuale correlazione fra la presenza delle proteine transmembrana e l’etiopatogenesi delle comuni patologie intestinali coma la rettocolite ulcerosa e il morbo di Crohn.
Pubblicazioni relative alla linea di ricerca
[1] Pergolizzi S, Rizzo G, Favaloro A, Alesci A, Pallio S, Melita G, Cutroneo G, Lauriano ER. Expression of VAChT and 5-HT in ulcerative colitis dendritic cells. Acta Histochem. doi: 10.1016/j.acthis.2021.151715; 2021.
[2] Cutroneo G, Vermiglio G, Centofanti A, Rizzo G, Runci M, Favaloro A, Piancino MG, Bracco P, Ramieri G, Bianchi F, Speciale F, Arco A, Trimarchi F. Morphofunctional compensation of masseter muscles in unilateral posterior crossbite patients. Eur J Histochem. 60(2):2605. doi: 10.4081/ejh.2016.2605; 2016.
[3] Cutroneo G, Centofanti A, Speciale F, Rizzo G, Favaloro A, Santoro G, Bruschetta D, Milardi D, Micali A, Di Mauro D, Vermiglio G, Anastasi G, Trimarchi F. Sarcoglycan complex in masseter and sternocleidomastoid muscles of baboons: an immunohistochemical study. Eur J Histochem. 59(2):2509. doi: 10.4081/ejh.2015.2509; 2015.
Referente: Prof. Angelo Favaloro (afavaloro@unime.it)
Centri di Ricerca o altri Istituti di Ricerca con cui si collabora nell'ambito della Linea di Ricerca
Prof. Piero Cascone, Dipartimento di Chirurgia Maxillo-Facciale, Università di Roma La Sapienza, Via del Policlinico, Roma.
Prof. Maria Grazia Piancino, Dipartimento di Odontoiatria, Università di Torino.