Referente: Prof. Paolo Ruggeri
Partecipanti: Prof. Antonio Ieni (Dipartimento di Patologia Umana dell'adulto e dell'età evolutiva "Gaetano Barresi", UniME, Italia), Prof. Francesco Monaco (Dipartimento BIOMORF, UniME, Italia). Prof. Sebastiano Gangemi (Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, UniME, Italia), Dott.ssa Sara Manti (Dipartimento di Patologia Umana dell'adulto e dell'età evolutiva "Gaetano Barresi", UniME, Italia), Dott.ssa Jose Freni (Dipartimento BIOMORF, UniME, Italia), Dott. Francesco Nucera (Dipartimento BIOMORF, UniME, Italia).
Espressione delle interleuchine nelle piccole vie aeree di pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva
Espressione dell'interleuchina-33 nelle piccole vie aeree di pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) lieve/moderata stabile rispetto a un gruppo di controllo di fumatori senza sindrome ventilatoria ostruttiva. La linea di ricerca è incentrata sull’identificazione di nuovi target terapeutici per la BPCO al fine di realizzare una terapia quanto più personalizzata.
Expression of interleukin in the small airways of patients with chronic obstructive pulmonary disease
Expression of interleukin-33 in the small airways of patients with stable mild/moderate chronic obstructive pulmonary disease (COPD) compared to a control group of smokers without obstructive ventilatory syndrome. This line of research focuses on identifying new therapeutic targets for COPD in order to develop increasingly personalised treatments.
Progetti di ricerca finanziati in corso di cui il responsabile della linea di ricerca è anche responsabile scientifico del progetto
Titolo: Prevenzione della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) in una popolazione pediatrica e giovane adulta ad elevato rischio
Finanziatore: Regione Sicilia – Progetti PSN linea 4 – Prot.Serv/5 11268
Durata: Gennaio 2026 – Dicembre 2026
Referente: Prof.ssa Isabella Venza
Diagnostica molecolare e clinica delle patologie oculari pediatriche: genetica, epigenetica e imaging retinico
Studio integrato di patologie retiniche pediatriche di origine genetica, metabolica o infiammatoria, con particolare attenzione a:
- Malattie retiniche rare nei bambini (per es., Stargardt, retinite pigmentosa, distrofie della retina), studiando varianti geniche protettive o patogene, espressione fenotipica precoce, progressione e correlati biologici.
- Biomarcatori molecolari e omici (genomica / transcriptomica / proteomica) associati a danni retinici nei bambini: impatto dello stress ossidativo, metallotossicità, modulazione epigenetica. (collegato anche al suo lavoro in epigenetica)-
- Infiammazione oculare pediatrica: misurazione e modulazione delle risposte infiammatorie oculari (es. congiuntivite, uveiti) e dei mediatori nella lacrima (istamina, citochine).
- Diagnostica precoce e imaging retinico nei bambini: uso di tecnologie non invasive per individuare alterazioni vascolari retiniche o alterazioni fenotipiche associate a geni come ABCA4, per correlazioni genotype‐fenotipo.
Molecular and clinical diagnostics of pediatric ocular diseases: genetics, epigenetics, and retinal imaging
Integrated study of pediatric retinal diseases of genetic, metabolic, or inflammatory origin, focusing on:
- Rare pediatric retinal dystrophies (e.g. Stargardt disease, retinitis pigmentosa): exploring pathogenic vs. protective genetic variants, early phenotypic expression, natural history, and biological correlates.
- Molecular biomarkers & omics (genomics, transcriptomics, proteomics) associated with pediatric retinal damage: roles of oxidative stress, heavy metal exposure, and epigenetic regulation.
- Pediatric ocular inflammation: quantification and modulation of ocular inflammatory mediators (histamines, cytokines, etc.) in conjunctivitis, uveitis, and other inflammatory eye diseases in children.
- Early detection via retinal imaging: employing non-invasive imaging (fundus photography, OCT, autofluorescence, etc.) to identify vascular or morphological alterations in retina in children with known genetic risk, correlating genotype to phenotype.
Referente: Prof. Danilo Leonetti
Partecipanti: Prof. Biagio Zampogna, Prof.ssa Ilaria Sanzarello, Prof. Matteo Nanni (Dipartimento BIOMORF, UniME, Italia), Dott. Emanuele Calamoneri, Dott. Domenico Fenga, Dott. Natale Criseo, Dott. Gabriele Di Carlo (AOU Gaetano Martino, Messina, Italia).
Trattamento tramite MIPO nelle fratture diafisarie di tibia
Le fratture della diafisi tibiale possono essere adeguatamente gestite con inchiodamento endomidollare e sintesi con tecnica MIPO. La linea di ricerca vuole comparare i risultati di MIPO e in termini di guarigione della frattura, complicanze, controllo intraoperatorio della riduzione e outcome funzionali e radiografici.
MIPO treatment for diaphyseal tibial fractures
Tibial shaft fractures can be adequately managed with intramedullary nailing and MIPO fixation.
This Study aims to compare the results of MIPO in terms of fracture healing, complications, intraoperative reduction control, and functional and radiographic outcomes.
Referente: Prof. Danilo Leonetti
Partecipanti: Prof. Biagio Zampogna, Prof.ssa Ilaria Sanzarello, Prof. Matteo Nanni (Dipartimento BIOMORF, UniME, Italia), Dott.ssa. Lorenza Siracusano, Dott. Viktor Dietrich Schick, Dott. Giovanni Marrara, Dott. Leone Larizza (AOU Gaetano Martino, Messina, Italia).
Trattamento dei difetti ossei post-traumatici distali e diafisari di tibia con tecnica di osteogenesi per distrazione: Studio monocentrico
I difetti ossei di tibia rappresentano una sfida in chirurgia ortopedica. Tali difetti possono derivare da traumi, infezioni o resezioni tumorali. L'osteogenesi per distrazione (DO, Ilizarov) è attualmente una delle opzioni di trattamento preferite per i difetti maggiori di 5 cm. Questo studio ha lo scopo di presentare i risultati ottenuti negli ultimi anni presso la nostra clinica con la tecnica di Ilizarov in pazienti con difetti tibiali post-traumatici.
Treatment of post-traumatic diaphyseal and distal tibial bone defects by distraction osteogenesis: A single centre experience
Tibia bone defects may be the result of trauma, infection, or tumor resection. Distraction osteogenesis (DO) is currently one of the preferred treatments for defects larger than 5 cm. This study presents the results obtained at our clinic using DO to treat post-traumatic tibial defects.
Referente: Prof.ssa Ilaria Sanzarello
Partecipanti: Prof. Danilo Leonetti, Prof. Biagio Zampogna, Prof. Matteo Nanni (Dipartimento BIOMORF, UniME, Italia), Dott. Emanuele Calamoneri, Dott. Domenico Fenga, Dott. Natale Criseo, Dott. Gabriele Di Carlo (AOU Gaetano Martino, Messina, Italia).
Valutazione di fattori predittivi, timing di trattamento e algoritmo di gestione post-operatoria delle fratture sovracondiloidee omerali
Le fratture sovracondiloidee sono tra le più comuni fratture dell’età pediatrica.
Il presente studio si propone di indagare fattori predittivi, timing di trattamento e algoritmo di gestione post-operatoria delle fratture sovracondiloidee omerali con particolare attenzione alle Gartland II.
Evaluation of predictive factors, timing management, and postoperative management algorithm for supracondylar humeral fractures
Supracondylar fractures are among the most common fractures in children.
This study aims to investigate predictive factors, timing management, and postoperative management algorithms for supracondylar humeral fractures, with a particular focus on Gartland II fractures.
Referente: Prof.ssa Ilaria Sanzarello
Partecipanti: Prof. Danilo Leonetti, Prof. Matteo Nanni, Prof. Biagio Zampogna, (Dipartimento BIOMORF, UniME, Italia), Dott.ssa Daniela Marletta, Dott.ssa Roberta Priolo (AOU Gaetano Martino, Messina, Italia).
Guide di taglio 3D printed nell’osteotomia di Dunn per Il trattamento dell’epifisiolisi
L’osteotomia di Dunn consente il ripristino dell'anatomia femorale prossimale e della normale funzionalità dell'anca nei pazienti affetti da epifisi dell’anca. Si tratta di una procedura dall’alta complessità chirurgica per la quale il presente studio vuole valutare l’affidabilità di una guida di taglio 3D printed.
A novel 3D-guided approach to Dunn osteotomy in SCFE using cutting guides
Dunn osteotomy allows restoration of proximal femoral anatomy and normal hip function in patients with hip epiphysis. This is a highly complex surgical procedure for which this study aims to evaluate the reliability of a 3D-printed cutting guide.
Referente: Prof. Matteo Nanni
Partecipanti: Prof. Danilo Leonetti, Prof.ssa Ilaria Sanzarello, Prof. Biagio Zampogna, (Dipartimento BIOMORF, UniME, Italia), Dott.ssa Daniela Marletta, Dott.ssa Roberta Priolo, Dott. Gianmarco De Maria (AOU Gaetano Martino, Messina, Italia).
Gait analysis nel piede piatto idiopatico
Il piede piatto idiopatico dell’infanzia coinvolge circa il 5% della popolazione pediatrica. Solo l’1% dei pazienti però presenta un piede piatto sintomatico. Lo studio ha lo scopo di valutare una correlazione tra le caratteristiche della gait analysis e parametri clinici come dolore e impatto sulla qualità di vita.
Gait analysis in pediatric flatfeet
Idiopathic flat feet in children affect approximately 5% of the pediatric population. However, only 1% of patients have symptomatic flat feet. The study aims to evaluate the correlation between gait analysis characteristics and clinical parameters such as pain symptoms and their impact on quality of life.
Referente: Prof. Matteo Nanni
Partecipanti: Prof. Danilo Leonetti, Prof.ssa Ilaria Sanzarello, Prof. Biagio Zampogna, (Dipartimento BIOMORF, UniME, Italia), Dott.ssa Daniela Marletta, Dott.ssa Roberta Priolo (AOU Gaetano Martino, Messina, Italia).
Impatto della diagnosi tardiva sull’outcome della displasia congenita dell’anca
Possiamo definire tardiva quella diagnosi di displasia congenita dell’anca che avvenga in un’età in cui l’anca è stata lussata o instabile per un periodo tale da rendere uno sviluppo normale improbabile, anche al raggiungimento di una riduzione concentrica ottenuta con qualsiasi mezzo. Conosciamo l‘impatto di una diagnosi tardiva che si assocerà in varia entità ad una deformità in flesso adduzione dell’anca, a scoliosi, a ginocchio valgo e a coxartrosi entro la quarta decade di vita.
Questa review sistematica si pone l’obiettivo di considerare l’impatto sulla qualità di vita ed il costo sociale di una diagnosi tardiva.
Impact of late diagnosis on the outcome of congenital hip dysplasia
A diagnosis of congenital hip dysplasia is considered late if it occurs at an age when the hip has been dislocated or unstable for a period of time that makes normal development unlikely, even when concentric reduction is achieved by any means. We are aware of the impact of a DDH late diagnosis, which will be associated to varying degrees with hip flexion/adduction deformity, scoliosis, knee valgus and coxarthrosis within the fourth decade of life.
This systematic review aims to consider the impact on quality of life and the social burden of a late diagnosis.
Referente: Prof. Biagio Zampogna
Partecipanti: Prof. Danilo Leonetti (Dipartimento BIOMORF, UniME, Italia), Dott. Gabriele Di Carlo, Dott. Natale Criseo, Dott. Vito Addorisio, Dott.ssa Oriana Pugliesi, Dott.ssa Francesca Alosi (AOU Gaetano Martino, Messina, Italia).
Studio osservazionale di coorte europeo sulle fratture delle ossa lunghe non consolidate o con ritardo di consolidazione
La frequenza di pseudoartrosi dopo fratture acute delle ossa lunghe varia tra il 5% e il 10%. I dati sul trattamento più accettato (autotrapianto) e sulle alternative mostrano che fino al 25% dei pazienti non guarisce dopo il primo reintervento, con conseguenti periodi prolungati di dolore, disabilità e potenzialmente una pseudoartrosi permanente. L’obiettivo primario è determinare l’efficacia dei trattamenti identificati per ottenere la consolidazione ossea nelle fratture di ossa lunghe non consolidate o con ritardo di consolidazione, 12 mesi dopo l’intervento chirurgico, nei soggetti partecipanti.
European observational cohort study on non-union or delayed union fractures of long bones
The incidence of pseudoarthrosis after acute fractures of long bones varies between 5% and 10%. Data on the most widely accepted treatment (autograft) and alternatives show that up to 25% of patients do not heal after the first reoperation, resulting in prolonged periods of pain, disability and potentially permanent pseudoarthrosis. This Study aims to determine the effectiveness of the identified treatments in achieving bone union in ununited or delayed union long bone fractures 12 months after surgery in the participating subjects.
Progetti di ricerca finanziati in corso di cui il responsabile della linea di ricerca è anche responsabile scientifico del progetto
Titolo: COHORTO-UNION
Finanziato: Unione Europea, azioni di ricerca e innovazione HORIZON nell'ambito dell'accordo di sovvenzione n. 101137464
Durata: Settembre 2024 – Giugno 2026
Referente: Prof. Biagio Zampogna
Partecipanti: Prof. Danilo Leonetti (Dipartimento BIOMORF, UniME, Italia), Dott. Gabriele Di Carlo, Dott. Natale Criseo, Dott. Domenico Fenga, Dott. Salvatore Calaciura, Dott. Giovanni Marrara, Dott. Damiano Ardiri, Dott.ssa Francesca Coppini (AOU Gaetano Martino, Messina, Italia).
Chirurgia protesica di ginocchio robot-assistita: complicanze del posizionamento dei PIN e sopravvivenza in relazione alla strategia di fissazione con allineamento funzionale
La chirurgia protesica di ginocchio robot-assistita richiede l’applicazione di pin femorali e tibiali per il posizionamento dei localizzatori. Diverse configurazioni sono possibili: posizionamento intraincisionale sia femorale che tibiale, combinazione di pin femorali intraincisionali e tibiali extraincisionali, oppure posizionamento integralmente extraincisionale di entrambi i pin. Ciascuna di queste soluzioni può comportare specifici rischi e vantaggi in termini di stabilità, accuratezza e tasso di complicanze. Il presente studio si propone di valutare l’incidenza di complicanze a 90 giorni confrontando il posizionamento dei pin in configurazione integralmente extraincisionale con quello intraincisionale femorale associato a pin tibiali extraincisionali. Parallelamente, l’introduzione di strategie di allineamento funzionale nella chirurgia protesica di ginocchio robot-assistita consente un posizionamento dell’impianto con un certo varo o valgo residuo, esponendo così l’articolazione protesizzata a condizioni di carico differenti rispetto all’allineamento meccanico tradizionale. In questo contesto, la modalità di fissazione dell’impianto (cementata vs non cementata) può influenzare significativamente la sopravvivenza a medio-lungo termine della protesi. L’obiettivo dello studio è quindi duplice: da un lato, analizzare la sicurezza e l’affidabilità delle diverse configurazioni di posizionamento dei pin; dall’altro, valutare l’impatto della strategia di fissazione sulla sopravvivenza degli impianti cementati e non cementati eseguiti con tecnologia robot-assistita e approccio di allineamento funzionale.
Robot-assisted total knee arthroplasty: pin placement complications and survivorship in relation to fixation strategy with functional alignment
Robot-assisted total knee arthroplasty requires the placement of femoral and tibial pins for tracker fixation. Different configurations are possible: both femoral and tibial intra-incisional, femoral intra-incisional combined with tibial extra-incisional, or fully extra-incisional placement of both pins. Each of these approaches may involve specific risks and advantages in terms of stability, accuracy, and complication rate. The present study aims to evaluate the 90-day complication rate by comparing fully extra-incisional pin placement with femoral intra-incisional combined with tibial extra-incisional fixation. At the same time, the introduction of functional alignment strategies in robot-assisted total knee arthroplasty allows implant positioning with a certain degree of residual varus or valgus, thereby subjecting the prosthetic joint to different loading conditions compared to traditional mechanical alignment. In this context, the method of implant fixation (cemented versus cementless) may have a significant impact on long-term prosthesis survival. The aim of this study is therefore twofold: first, to analyze the safety and reliability of different pin placement configurations; second, to assess the effect of fixation strategy on the survival of cemented and cementless implants performed with robot-assisted technology and functional alignment.